Giuseppe Conte dà battaglia a tutti: ma soprattutto ad un partito
Vai al contenuto

Direttore: Alessandro Plateroti

Giuseppe Conte dà battaglia a tutti: ma soprattutto ad un partito

Giuseppe Conte

Giuseppe Conte, leader del M5S, aumenta la sua presenza mediatica e organizza proteste contro le politiche del governo e del PD.

Negli ultimi mesi, il panorama politico italiano ha visto una crescente attività da parte di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle (M5S). Dopo aver ricoperto il ruolo di Presidente del Consiglio, Conte ha intrapreso una serie di iniziative per riaffermare la centralità del suo movimento. Dai talk show televisivi alle proteste in Europa, fino alla riorganizzazione interna del M5S, il suo obiettivo sembra chiaro: posizionarsi come il principale antagonista del governo e del Partito Democratico.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte – newsmondo.it

La strategia mediatica di Giuseppe Conte e le proteste a Strasburgo

L’ex premier ha intensificato la sua presenza nei media, partecipando a programmi come Che tempo che fa, Di Martedì e Piazzapulita, oltre a interviste su testate internazionali. Ma il vero segnale di una strategia più incisiva è arrivato con la protesta al Parlamento Europeo a Strasburgo, dove Conte ha guidato una delegazione del M5S contro il piano ReArm EU, che prevede maggiori investimenti nella difesa europea.

Durante un’intervista alla stampa estera, Conte ha ribadito la sua posizione sul conflitto in Ucraina e sulle relazioni con la Russia: «È una risposta difficile da dare. Io non sono nella testa di Putin, con cui ho parlato molte volte, siamo stati anche qualche ora a parlare per quanto riguarda gli accordi di Minsk». Poi ha aggiunto: «Non sono scenari dove c’è chi ha assolutamente ragione e chi no. Putin lo ha dichiarato da sempre, il problema era l’avanzata della Nato nel quadrante Est, l’ha scritto anche in una lettera».

A Strasburgo, Conte ha portato avanti la sua linea pacifista con una protesta simbolica insieme a cinquanta parlamentari del M5S, mostrando cartelli contro il riarmo europeo. Una mossa che ha suscitato critiche, come quella della vicepresidente del Parlamento UE Pina Picierno (PD): «È molto facile arrivare a Strasburgo portandosi cinquanta parlamentari da Roma per protestare con i cartelli, con l’obiettivo di lucrare un po’ di consenso elettorale».

La sfida al Partito Democratico

Ma le tensioni più accese si sono registrate con il Partito Democratico, principale alleato del M5S nelle opposizioni. Conte ha sfruttato le divisioni interne ai dem, in particolare sull’astensione al voto per la difesa europea, affermando: «Abbiamo visto un Pd che si è diviso in Ue, un partito in forte difficoltà. Francamente posso parlare della mia coerenza, oggi non mi sento di andare in casa altrui a fare considerazioni. Ma l’astensione è la cosa più incomprensibile».

Nei giorni successivi, ha rincarato la dose, puntando il dito contro l’eccessiva frammentazione del PD: «Il mio auspicio è che Schlein riesca a compattare tutto il Pd su questa sua contrarietà al piano. Il problema è che i dem hanno dimostrato di essere, tra virgolette, un partito troppo plurale». La frase ha fatto infuriare l’ex portavoce di Matteo Renzi, Filippo Sensi, che ha risposto: «Siamo troppo plurali, dice quello. E aggiunge: servirebbe un chiarimento. A casa nostra, mica la sua. Magari conta su purghe, epurazioni. Come hanno sempre fatto da lui. Ci vorrebbe più rispetto. Quanta pazienza, quanta».

Ma Conte non si è fermato. Dopo aver snobbato la manifestazione pro-Europa del PD, il M5S ha annunciato la propria contro-manifestazione per il 5 aprile a Roma, con treni e voli a prezzo simbolico per facilitare la partecipazione degli attivisti.

Il terzo mandato

A chiudere il cerchio della sua strategia c’è un tema chiave per il futuro del Movimento: la riforma delle regole sul terzo mandato. Come preannunciato al Consiglio Nazionale del M5S, le nuove norme consentiranno «due mandati in un’istituzione, più un terzo per un’altra carica diversa dalla prima». Tuttavia, la gestione delle deroghe sarà affidata a Conte stesso, il che – secondo alcune voci interne – gli garantirà «potere assoluto di scelta».

Con questa mossa, l’ex premier cerca di rafforzare il suo controllo sul partito, mantenendo l’equilibrio tra il rispetto delle regole storiche del M5S e la necessità di non perdere figure chiave per il Movimento.

Conte è dunque pronto a continuare la sua battaglia politica, consolidando il M5S come una forza d’opposizione autonoma, distante sia dal PD che dal governo Meloni.

Leggi anche
Giorgia Meloni è la “più raccomandata della Seconda Repubblica”: l’affondo di Renzi

Riproduzione riservata © 2025 - NM

ultimo aggiornamento: 16 Marzo 2025 13:58

Giorgia Meloni è la “più raccomandata della Seconda Repubblica”: l’affondo di Renzi

nl pixel